Vrttayah pancatayyah klista aklistha
Le modificazioni mentali sono di cinque tipi; esse sono dolorose o non dolorose.
Questo sutra afferma che le modificazioni delle mente possono essere di cinque tipi, dolorose oppure non dolorose.
Ad esempio quando guardiamo un fiore o un tramonto, la mente, attraverso la vista, riconosce l'immagine del fiore e la apprezza: queste esperienza viene chiamata aklishta, piacevole o non dolorosa; quando invece i nostri occhi si soffermano su di un cadavere di un animale investito la mente assimila questa percezione visiva e la trova dolorosa, o klishta. La percezione è la stessa, in entrambi i casi un'osservazione visiva, ma nello stesso tempo è duplice: dolorosa o non dolorosa.
Secondo lo yoga ogni dimensione della consapevolezza rappresenta una particolare vrtti mentale; anche lo stato di sonno è considerato una condizione della mente; similmente il sogno, l'illusione, il dubbio, il ricordo di esperienze passate e così via.
Nei testi sanscriti e nei trattati di yoga la parola vrtti ricorre di frequente: è un termine che genera confusione e spesso i filosofi e i commentatori non sono riusciti a rendere pienamente il suo significato. Nel settimo secolo visse un grandissimo studioso chiamato Goudapadacharya che scrisse un dettagliatissimo commento della Mandukya Upanishad in cui disse: "Il mondo intero non sembra essere altro che una forma di modificazione mentale di una consapevolezza suprema".
L'intero cosmo potrebbe essere espressione del nostro pensiero, il pensiero di un'entità suprema: quindi quando usiamo il termine "modificazione della mente" vogliamo indicare i differenti schemi mentali, i diversi stadi, sfere o dimensioni della personalità . di redazione yoga.it
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