Una delle mudrâ più usate nel prânâyâma è Jnana mudrâ. Questo gesto simbolico accompagna anche la meditazione.
La pratica regolare di questa mudrâ aiuta a stimolare la memoria, la concentrazione ed il processo di apprendimento; gli yogin affermano che parte di questi effetti sia dovuta ad un accresciuto afflusso sanguigno e ad una migliore circolazione cerebrale causata da una pratica prolungata.
Il dorso delle mani è appoggiato alla parte superiore delle ginocchia con abbandono. Così formiamo un triangolo con le braccia, che ha come vertice la testa; se la nostra colonna vertebrale sarà eretta, rappresenteremo quella tensione verso l'alto che ognuno vive, specialmente quando gli occhi sono chiusi e la concentrazione è intensa.
Un senso di calma profonda, se rimaniamo in silenzio in questa posizione qualche secondo, ci pervade e ci colma, preparandoci alla meditazione o al prânâyâma.
Jnana mudrâ ci aiuta a scendere nel nostro profondo. Le mani sono appoggiate, come abbiamo detto, sulla parte alta delle ginocchia. Pollice e indice sono uniti: l'unghia dell'indice sarà a metà del pollice, così da formare un cerchio, simbolo di unità ; le altre dita sono invece unite e tese, il palmo è rivolto verso l'alto. Il pollice rappresenta il sé profondo e l'indice il nostro ego. Quando l'ego scompare e si fonde nel sé, l'essere è realizzato.
In questo gesto, l'uomo vive quella linea lontana che è l'orizzonte, che unisce in un unico afflato cielo e terra. di redazione yoga.it
Segnala l'articolo
La pagina di segnalazione si aprirŕ in una nuova finestra del browser
|