BADDHA KONASANA
(Rev.A del 14.12.2006) a cura di Ckstars
IL NOME
- Baddha significa legato, tenuto, tenuto in maniera forzata, trattenuto
- Kona ha 2 significati: angolo e di etimologia piu’ incerta e discutibile aquila
Dunque in modo canonico possiamo tradurre posizione dell’ “Angolo Trattenuto” o “Angolo Forzato” o “Legato con forza”.
Oppure in modo molto meno noto, posizione dell’ “Aquila vincolata”
Poi siccome questa posizione veniva/viene mantenuta dai ciabattini indiani viene anche chiamata Posizione del Ciabattino.
Qual’e’ l’angolo di cui si parla ? Perche’ sarebbe trattenuto ? e da chi ?
Guardando chi pratica la posizione la risposta alla prima domanda sembra essere immediata: l’angolo non proprio secondo la natura umana e’ quello che ha per lati i femori che si contrappongono ed e’ di 180 gradi.
Eppure chi pratica la posizione “avverte” che non si parla soltanto di questo angolo: anche le tibie formano tra loro un angolo di 180 gradi mentre con i rispettivi femori tendono a formare un angolo piccolo, il piu’ piccolo possibile compatibilmente con l’ anatomia del corpo umano.
Ed ecco che dalla descrizione compaiono le altre due risposte: gli angoli vengono trattenuti/legati/forzati per donare spazio anzi per trovare uno spazio maggiore, il piu’ vasto possibile agli organi contenuti nel bacino laddove secondo molte teorie sarebbe presente una forza ancestrale che se messa in moto e’ in grado di cambiare il microcosmo ed il macrocosmo. Ed infatti le teste dei femori vengono tirate lateralmente e cosi’ anche il bacino viene disteso cosi’ il sangue ed il prana indefinibile ed indefinito possono essere richiamati vorticosamente in esso ed essere distribuiti nelle due arterie femorali e nelle nadi a sazieta’, di contro i piedi vengono premuti l’ uno contro l’altro.
Non esiste altra posizione “ginnica” capace di provocare simili effetti nel corpo umano mente umana non e’ stata capace nei secoli di partorire niente di simile.
Nella II variante il corpo viene disteso a terra in modo che l’ombelico poggi sopra i piedi e prima la fronte poi il naso infine il mento tocchino terra. In questa posizione appare chiara la seconda definizione: Aquila Vincolata, il corpo del Sadhaka visto dall’alto appare come quello di un’ aquila con i femori le ali e il busto il corpo.
Ma quella parola Vincolata che senso ha ?
Il ventre ed il torace distesi al suolo chiudono il cammino alla risalita dell’ Energia che viene accesa nel bacino e come una valvola permettono che solo una parte di essa possa risalire(…. se si e’ in grado di farlo !), per accendere il II chakra.
Da questa libera introduzione non ci sono piu’ dubbi: ci troviamo di fronte ad una posizione non solo FONDAMENTALE dello Yoga ma patrimonio di inestimabile valore per l’ intera umanita’.
POSIZIONI E MOVIMENTI PREPARATORI
Vale quanto detto per Padmasana: e’ importante fare mente locale sull’ allineamento delle proprie vertebre, dondolare con dolcezza la colonna vertebrale prima lateralmente quindi sinuosamente avanti ed indietro. Prima di iniziare se si avverte tensione al torace SOFFIARE via l’aria a piu’ riprese prima dalla bocca “ricaricando” i polmoni d’aria attraverso il naso molto molto lentamente, poi attraverso il naso. Facendo cio’ si avvertiranno le “spinte” del diafframma durante l’espulsione dell’aria.
Adesso ci sentiamo tranquilli e possiamo procedere a intraprendere la Via Baddha Konasana.
Ci troviamo sul nostro materassino, mettiamoci a sedere e uniamo i piedi in modo che la pianta combaci e le ginocchia libere nello spazio possano in un secondo momento scendere lateralmente al suolo. Piano piano raddriziamo la colonna vertebrale ed allunghiamo la zona cervicale, il mento e’ leggermente in basso.
Portiamo i talloni a contatto con il perineo, probabilmente le ginocchia si alzeranno ancor piu’ verso l’alto: non preoccupiamocene.
Portiamo le braccia dietro il bacino e parallele, le mani in contatto con il suolo sono posizionate in modo che il dito medio sinistro sia parallelo al dito medio della mano destra.
Con un leggero espiro solleviamo il bacino dal suolo di qualche MILLIMETRO, quindi dopo un tempo variabile tra 10 e 30 secondi riportiamo il bacino a terra. Mentre il corpo e’ sollevato da terra dobbiamo respirare profondamente e dolcemente. Durante questa pratica i punti del corpo a contatto del suolo sono dunque le mani ed il fianco esterno dei piedi.
Ripetiamo piu’ volte il sollevamento da terra.
TECNICA e CONSIGLI PER L’ESECUZIONE
I Variante
Dalla posizione preparatoria mantenendo la schiena nella posizione raggiunta, appoggiamo la mano sinistra sul ginocchio sinistro e la mano destra sul ginocchio destro, osserviamo l’ angolo al gomito di 90 gradi.
Facendo un leggero piegamento del tronco in avanti spostiamo un po’ di peso sulle ginocchia attraverso le mani. Attenzione: il peso dovra’ essere costante come intensita’ e nel tempo, come se sulle ginocchia avessimo appoggiato due pesi. Cio’ all’ inizio non e’ semplice, cerchiamo di equilibrare il peso respirando lentamente e restiamo estremamente consapevoli di cio’ che stiamo facendo, allentiamo le tensioni della muscolatura interno coscia. Per abituarsi alla sensazione possiamo anche posare su ciascun ginocchio un asciugamano piegato in 4 e sopra un disco da bilancere da 1 Kg.
Osserviamo cio’ che accade: le ginocchia dopo qualche minuto possono scendere verso il suolo lentamente oppure rimanere alla stessa altezza come se fossero inchiodate, se quest’ultima fosse la situazione meglio impegnare la Variante Preparatoria descritta piu’ sotto oppure eseguire alcuni cicli di Posizioni in piedi.
II Variante
Se l’angolo tra ciascun femore ed il suolo e’ inferiore a 30 gradi, possiamo impegnare la II Variante.
Manteniamo la schiena eretta, tutti i movimenti di avvicinamento al suolo da parte della faccia dovranno essere effettuati con la colonna dritta, la cerniera del movimento si trova nel bacino.
Agganciando le mani ai piedi, spingiamo i piedi verso il perineo cioe’ con una forza parallela al suolo. In questo modo la schiena sara’ facilitata nel mantenersi dritta.
Adesso e’ ancor piu’ il momento di affidare al respiro il compito di completare l’asana, se respirando verra’ allentata la tensione presente si potra’ procedere ulteriormente fino a raggiungere con l’addome i piedi e con il volto il suolo se invece la tensione rimarra’ presente nelle gambe e nel bacino ci dovremo accontentare dell’angolo di inclinazione raggiunto della schiena con il suolo. Dolcemente e lentamente incliniamo la schiena verso il suolo di un piccolo angolo appena si presentera’ tensione ci fermiamo ed intensifichiamo l’ espirazione e l’ inspirazioine lunga e raccordata al termine di ogni fase.
Dopo un certo periodo di lavoro che puo’ durare anche un tempo considerevole raggiungeremo con l’addome i talloni e con il volto il suolo. A questo punto rimarremo nella posizione per un certo periodo di tempo quindi sganciando le mani dai piedi poniamo le mani esterno coscia e chiudiamo dolcemente le gambe mediante l’azione delle braccia.
A questo vengono chiuse le gambe in un abbraccio e portati i gomiti al petto. Le ginocchia sono al torace, portiamo i piedi a qualche millimetro dal suolo: il peso del corpo si trova soltanto nella parte anteriore del bacino. Rimanere in questa posizione per qualche minuto quindi distendersi in Savasana.
III Variante
Differisce dalla II Variante per la posizione dei piedi: invece di portare la pianta dei piedi affacciata, si piegano alla caviglia i piedi che poggiano con il dorso al suolo, il volto vede la pianta dei piedi che toccano lungo il fianco esterno.
Variante preparatoria
Come la I variante la schiena pero’ e’ a contatto con una parete, poniamo su ciascun ginocchio un asciugamano asciutto piegato in 4 e sopra ciascun ginocchio un disco di ghisa da 1 – 2 Kg, allentiamo la tensione dalle braccia, spalle e collo e RESPIRIAMO profondamente, restiano nella posizione per una decina di minuti, ELIMINIAMO ogni resistenza dalle gambe, osserveremo che volta dopo volta le ginocchia scenderanno verso il suolo.
Parsva Baddha Konasana
Verra’ descritta nelle revisioni successive.
Supta Baddha Konasana
Verra’ descritta nelle revisioni successive.
CONTROINDICAZIONI, CONTROPOSIZIONI e POSIZIONAMENTO ENERGETICO di Baddha Konasana
La posizione non ha in linea teorica controindicazioni anche se dato il livello di intensita’ raggiunto nelle varianti piu’ complesse richiede la massima concentrazione sui propri atti respiratori da un lato e il piu’ alto rispetto delle possibilita’ attuali dei proprio corpo.
Matsyasana e Parsva Baddha Konasana sono tra le migliori controposizioni.
Baddha Konasana Variante II e’ in equilibrio Yin-Yang e nella Variante III debolmente Yin, cio’ significa che e’ adatta per qualsiasi momento del giorno e della notte e per ogni tipo di sadhaka.
INDICAZIONI e APPLICAZIONI TERAPEUTICHE
Praticanti affetti da:
- patologie renali (insufficienza renale, nefriti, calcoli, ecc.)
- surrenali
- patologie dell’ apparato riproduttore ( gonadi maschili e femminili, disturbi psicologici relativi a Svadisthana, ecc.)
- ipertensione
- artrosi a livello femorale (coxo-artrosi) e dell’anca
- artrosi del ginocchio
- patologie della colonna nella parte lombo-sacrale
dovrebbero essere DEVOTI a Baddha Konasana. Cio’ significa che in questo caso la pratica deve essere quotidiana variando tempo di permanenza, intensita’ e coordinamento con altre pratiche yoga dipendentemente da tipo di patologia da affrontare e caratteristiche del Sadhaka.
In linea del tutto generale una possibile tabella di attivita’ di Baddha Konasana potrebbe essere:
.1 - Variante preparatoria 5 min
.2 - I Variante 5 – 10 min
.3 – II o III Variante OLTRE i 10 minuti (la III variante e’ particolarmente indicata nei casi di caviglie deboli o rigide)
.4 – Matsyasana almeno 5 minuti
.5 - Savasana