Messaggioda Rudra » 23 ottobre 2006, 13:42
Scusate per il ritardo nel rispondervi, ma in questi giorni sono stata un po’ impegnata.
Inizio con il ringraziare Onofrio perché nella sua chiarezza mi ha dato un buon consiglio, quello di non immedesimarmi troppo in ciò che si vede oltre, cercare di vedere le cose come in un film, tu sei in grado di farlo? Per me non è semplice però quando non sono troppo immersa nelle mie emozioni, in modo particolare nella paura, allora sì ci riesco. A questo punto mi chiedo: allora queste esperienze visive durante la meditazione sono frutto dell’immaginazione accompagnate da stati emotivi che inducono alla visione?
Rispondo anche a Rudra dicendo che purtroppo la paura eccessiva è una cattiva consigliera e questa è generata da situazioni tragiche (parlo della mia esperienza), che si cerca di affrontare con coraggio al momento in cui sei dentro, ma poi dopo che hai scoperto che in quei momenti avevi lasciato da parte la paura, ecco che successivamente riaffiora e continua a logorarti finché non riesci a liberartene definitivamente.
Per quanto riguarda la mia visione, mi sono data subito una giustificazione a qualcosa di immaginario anche se l’esperienza mi è sembrata alquanto strana, le immagini erano nitide e in quel preciso momento non stavo affatto pensando a mia mamma, quando ho chiuso gli occhi l’ho vista più giovane e con un dolce sorriso, mentre l’ultima immagine di mia mamma che avevo impressa nella mia mente era quella di una persona consumata dalla malattia e incapace di sorridere e di parlare. Anche se questa esperienza alla fine è pura immaginazione, adesso sono contenta di averla vissuta è successa solo una volta e non si è più ripetuta in altre occasioni né in ufficio, né a casa.
Concludo augurandovi una buona giornata.
Ciao A. cerco di risponderti,
Nell'iter meditativo Yoga Vedanta, come in quello classico di Patanjali, viene enfatizzato lo "sviluppo" del distacco, e della discriminazione. Viveka e Vairagya.
In questo senso quello che ti consiglia Onofrio è prezioso, in quanto ogni pratica di meditazione deve tendere alla disidentificazioni da parte del "Veggente"..dalla sua visione.
Per attuare ciò è necessario il distacco.
In questo senso come tu dici, è possibile arrivare ad osservare il flusso mentale come fosse un film. Nel caso della paura, soprattutto se forte ciò risulta più difficile, molto di più. Il problema non sta tanto nella possibilità o meno di rimanerne distaccati, quanto nelle dinamiche immeditate di repulsione e di fuga che si attivano.
Queste non fanno altro che alimentarla e rinforzarla.
La paura è alla base stessa della struttura del senso dell’Io, e quindi come ti dicevo non possiamo evitarla.
Come sai lo Yoga ci da la possibilità di controllare, rallentare, inibire le vrtti, le modificazioni mentali, ma troppo spesso appunto sono solo inibizioni momentanee. In realtà dobbiamo davvero prendere in considerazione il fatto che la paura può essere conosciuta, osservata, ascoltata, accolta…sempre più da vicino, con delicatezza ed estrema gradualità sino a renderci conto che non è reale, che non ha una sua reale natura, e che in quanto ombra che emerge dal passato, viene tenuta in vita solamente da noi stessi. Dalla paura della paura.
In quanto impressione è solo un ombra che galleggia nel mare della nostra coscienza e come tale può esser lasciata andare.
Questo aspetto conoscitivo di comprensione- accettazione- distacco porta alla ri-soluzione del “problema”, nel senso che il “dato” viene cum -preso in noi.
Però, prima di avventurarsi in un percorso così sottile, bisogna davvero chiedersi con totale onestà cosa stiamo cercando, e cosa stiamo cercando dallo Yoga ..della meditazione..etc.
Relativamente alle visioni, puoi provare a considerare che secondo le filosofie Tradizionali, non esiste molta differenza tra la veglia, il sogno, il sonno profondo etc..nel senso che sono tutti movimenti e stati di coscienza legati tra di loro, interdipendenti, nessuno con un grado di realtà maggiore dell’altro, che trovano base e supporto su quell’Ultima Realtà chiamata Coscienza, Atman..etc..
Da un certo punto di vista, negli stati precoscienti, “nidra”, sogno, ipnagogici..etc..possiamo considerare le immagini, o visioni che ci arrivano, sono informazioni molto più preziose e reali di quelle che abbiamo nello stato di veglia. In questi stati, l’io, anche se solo per poco, non fa da censore boicottando tutto ciò che non vorrebbe vedere, quindi tutto quello che rappresenta il nostro mondo interiore, psicologico e profondo può emergere. Questo ai fini dell’autoconscenza è molto importante.
In questo senso la vista di tua Mamma è preziosa e può dirti tante cose.
Pace
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