mauro ha scritto:Si, cks, ma una cosa e' insegnare dopo anni di pratica, una cosa e' voler frequentare un corso per diventare insegnanti yoga dopo la terza volta che si e' incrociato le gambe.
Purtroppo hai ragioni da vendere!
Ad ogni angolo di strada, si trovano ormai sedicenti insegnanti yoga che non praticano āsana e prāṇāyāma e non meditano. Forse non è importante che un insegnante di yoga sappia assumere la posizione del Loto, forse non importa che sappia assumere śīrṣāsana o non sappia piegarsi in paścimottānāsana e che in uttānāsana non riesca a mettere la testa tra le ginocchia, forse non importa che conosca l'esatta pronuncia dei termini sanscriti, forse...forse...forse...ma allora che significa essere insegnante yoga? Io pratico da più di quarant'anni, fin dai tempi del Liceo, e per me lo yoga ha rappresentato un ampliamento della mia cultura cristiana, anzi un superamento: per me Karma e Reincarnazione, saṃsāra e mokṣa sono elementi imprescindibili della mia weltannshauung.
Soltanto ora sto pensando di condividere (ma non so se lo farò) le mie esperienze con gli altri, in centri specializzati ( con amici e confratelli ho sempre condiviso in privato lo yoga), più per un obbligo morale, ma anche per imparare dall'insegnamento e dalla condivisione. Infatti, pur consapevole di essere molto più avanti di tanti sedicenti insegnanti yoga, talvolta con "pezzi di carta" di scuole anche ben note, sono consapevole di essere un neofita, con tanta strada da fare in questa vita, ma anche in altre. Dunque il mio augurio è che prima di dire - voglio fare l'insegnante di yoga-, i sādhaka facciano i sādhaka e si preoccupino di praticare per anni e di ottenere risultati concreti.