Amici,
mi permetto di pubblicare un'aperta provocazione ai vostri intelletti, una lettera aperta al presunto "cercatore" e aspirante iniziato, affiliato a qualsivoglia dottrina o conventicola spiritualista.
Mi preme qui di dimostrare che, lungi dagli adagi qualunquisti, lo spiritualista onnivoro non sia affatto degno di considerazione alcuna in ambito spirituale, poiché esso, per mera indolenza, non è in grado di contemplare la morale, né l'etica e, conseguentemente, non deve ardire pronunciarsi su questioni più sottili ancora, quali quelle metafisiche.
Comune è l'argomento che "ciascuno dev'esser libero di far quel che vuole": così sia, ma che gli altri siano liberi di considerarlo per quel che fa.
E se qualcuno, deliberatamente e senza ragione (fuorché l'abitudine), si ostina a compiere il male, questo qualcuno non può reputarsi né cercatore, né iniziato, né sapiente, né maestro, né altro di stimabile che possa ascriversi all'umano.
Tuttavia, è pur vero che la stragrande maggioranza degli onnivori non è affatto consapevole di quel che la propria scelta alimentare implichi per sé, per gli altri, per gli animali, per l'ecosistema... E concediamo pure quest'attenuante agli ignoranti.
Ma dal momento in cui essi siano resi consapevoli, una simile giustificazione non avrà più donde... s'imporrà una radicale scelta etica: continuare a fare il maggior male possibile, consapevoli di farlo, o incominciare, per una volta, a mettere in pratica il tanto dichiarato anelito "al bene, alla pace e alla compassione".
Dunque, il mio unico scopo, attualmente, è di rendervi consapevoli, così da permettervi di scegliere tra il maggior bene e il maggior male possibili, come qualcuno (cui eternamente sarò grata) fece con me in un tempo lontano.
Pubblico qui di seguito la mia "lettera aperta", concludendola con un collegamento video che vi prego di visualizzare e visionare per intero.
Al termine della lettura e al termine della visione vi sarei grata di pubblicare i vostri commenti.
LETTERA APERTA AGLI SPIRITUALISTI SPECISTI (E A TUTTI GLI INTERESSATI)
V'è un genere d'uomo, tra i plurimi generi degeneri, che su tutti mi pare meritevole di biasimo, ed è l'uomo fittiziamente pensante, il presunto "libero pensatore" schiavo d'un'insanabile incoerenza, libero da nulla, fuorché dalla legge morale, e coatto, in effetti, dai propri automatismi: è lo SPIRITUALISTA SPECISTA (molto spesso sedicente PANTEISTA O PANENTEISTA), colui che pretende di discernere il bene dal male, per sé e per gli altri, ma s'abboffa su banchetti cruenti; lo speculatore metafisico che giunge, non di rado, ad agguagliarsi al principio divino (ché oggi si fa un tal parlare dell'umana apoteosi, per le sdoganate vie Tradizionali dell'ascesi mistica, dal più inflazionato Yoga, importato e corrotto ad uso e consumo dell'occidentale medio, al più sofisticato filone dell'esoterismo primonovecentesco alla Evola), mentre, simile a una larva demonica, si nutre di sangue e carne; colui che malcela il proprio lassismo di spirito dietro l'argomento "non quel che entra nella bocca rende impuro l'uomo", dimenticando che, quando si viene alla questione vegetarista, il problema non è cibarsi o meno di carne in condizioni in cui non se ne possa fare a meno, ma decidere di farlo giustappunto quando se ne potrebbe fare a meno. Non il gesto del mangiar carne in sé, ma la scelta di porlo in essere quando un tal gesto potrebbe evitarsi, ciò costituisce il fallo di "pensiero e azione" che va ben oltre il mangiar carne in quanto tale...
Per quelli, poi, che ascrivano al termine "impuro" un'accezione di salutismo spirituale, anziché etica, rammento tantopiù che la scelta di cibarsi di carni animali o meno non deve punto concernere la purezza dei nostri "corpi sottili" (poiché un tale movente sarebbe meschino quanto egoistico e costituirebbe una corruzione del principio etico puro, nonché della qualità dei suddetti "corpi"!), ma una risoluzione ETICA atta a NON NUOCERE ALL'ALTRO, non già salvaguardare se stessi...
Certo, la divina legge che rinsalda il nostro mondo opera in maniera tanto impeccabile che, ad onor del vero, quel che beneficia altrui finisce, per norma, col far bene a noi se stessi... Ma in qualità di mera conseguenza, sia chiaro.
Insomma, ai tanti fanfaroni albagiosi che chiacchierano oggi di elevazione dell'uomo, d'ascesi mistica, di Sommo Bene, e pretendono d'indovinare i nessi metafisici e le Cause Prime del mondo, sappiate che non una parola delle vostre ciance sarà degna di credito alcuno sino a che non abbiate ripulito le vostre mense dai brani delle membra straziate dei nostri fratelli animali.
...Poiché la morale, e l'etica, sono i gradini della Metafisica: tentare di compiere il massimo bene, pur senza riuscirvi, questo, sì, è morale. Fare il meglio che si può, pur senza conseguire lo stato perfetto, questo, sì, è morale.
Ma imbandire impunemente la propria tavola di carni sanguinolente, giorno dopo giorno, per tutti i giorni della vostra vita, non vi rende individui morali, non vi rende filosofi, profeti e tanto meno asceti: poiché ciò significa, semplicemente, fare il peggio che possiate; compiere il maggior male possibile; fare in modo che, giorno dopo giorno, fiumi di plasma impregnino il ventre innocente della Terra; che una tregenda di demoni sitibondi si avventi sui popoli del pianeta... E non vi sono scuse al peggio.
Siete assassini o mandanti di assassini, come tutti lo siamo stati, in qualche stagione della nostra plagiata vita mortale, ma non come molti che han cessato d'esserlo: così, da domani, amici miei, smettete di riempirvi il ventre di sangue e carne, o smettete di riempirvi la bocca di Dio.
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In Fede,
Miranda