Sono una praticante di Ashtanga yoga da un paio di anni. Ad oggi ho 31 anni e da gennaio ho subito un trauma all'adduttore sinistro che ha ostacolato anche la normale camminata. Dopo un mese di riposo che non ha portato miglioramento ho consultato un centro specializzato che mi ha consigliato di intervenire tramite laser terapia. Il miglioramento c'è stato, sicuramente, ma la gamba continua ancora a non essere operativa come lo era prima e molte posizioni yoga sono ancora inattuabili. Non riesco neanche a sedere nella posizione del loto perché non appena provo ad abbassare il ginocchio a terra tira esageratamente. Sto lavorando in casa con esercizi indicati per la pubalgia, come la posizione della rana Souchard ed allagamenti dello psoas.
Questo improvviso arresto della pratica, parte integrante delle mie giornate, ha aumentato un senso di sfiducia e un crollo emotivo. Ho deciso di riprendere il movimento praticando hatha e cercando di lasciar andare ciò a cui il corpo si era affezionato: flessibilità, vinyasas, sequenze dinamiche. Ma mi manca e non so se è soltanto una questione di tempo di recupero di un arto che ha subito un forte trauma o un problema con cui dovrò fare i conti per lungo tempo.
Ringraziandovi anticipatamente se lascerete un consiglio o una parola di incoraggiamento
auguro buona pratica a tutti
Shanti