mara84 ha scritto:Sì proverò a vedermi come tu mi consigli. Però accettare di avere un problema non mi serve per "fare la malata", mi serve per sapere, per accettarmi. Se non so, se non mi riconosco in me stessa con i miei limiti, dove vado? Per anni ho fatto finta di niente..e non è stato un bene! Cercherò anche in questo in equilibrio...Grazie.
Ora cambio registro
Fin'ora sono stato razionale ed ho scritto come un tecnico, ma c'è tutta un'altra metodica che spesso ho messo in atto anche per me specie in questi giorni che il clima mette in difficoltà i vecchietti come me.
Questa cultura della separazione tra corpo e nostra forza vitale ci castra realmente accettando il blocco che ci convince che i malanni sono altro da noi e che ci vuole qualche marchingegno o pillola per stare bene.
Di fatto ogni più piccola parte del nostro corpo ha neuroni afferenti ed efferenti collegati al cervello, ma quelle particelle fanno altro e non riusciamo a convincerle a non fare qualcosa che non c i piace o queste forze fanno qualcosa che ha un significato che non riusciamo a decodificare per cui continuano ad urlare.
Prova a metterti in una posizione loto comoda, (posizione gambe non forzata o dolente) con la spina dorsale dritta contro una parete dritta (questo è fondamentale secondo gli indiani per permettere la libera circolazione del liquido cefalico fino al canale rachideo) (fatti aiutare da una persona perchè da soli non lo si capisce), oppure sdraiata senza cuscino sotto la testa, ma invece posto sotto le ginocchia. Fai mezzora di movimento Yoga torsioni e flessioni, poi un quarto d’ora di respirazione variando spesso tra leggera e lenta e veloce e intensa e poi 15 minuti col sistema che ti funziona meglio: secondo Schultz o con visualizzazioni o mantra o musica o accarezzando un gatto
Poi mettiti seduta e concentrati sul terzo occhio tra le sopracciglia senza fare nulla con gli occhi o con i muscoli della fronte e sopracciglia.
Percorri dolcemente la tua infanzia amando tutto ciò che è avvenuto perché comunque è avvenuto e tu on potevi farci nulla, non ne hai colpa e non ne sei responsabile. Accetta tutto ciò che è avvenuto come un dato esterno a te. Poi analizza ciò che razionalmente valuti ora, come diagnosi e come emozioni e dolore che ti danno. Chiedi a quelle parti che protestano cosa vogliono, cosa ti chiedono di cambiare, come se loro fossero il miglior terapeuta del mondo.
Chiedi, a quelle parti, di porre le loro domande, avvisandole che c’è una barriera e quindi devono urlare, avere pazienza e ripetere più volte fin che tu riesci a sentirle.
Stai in ascolto almeno per un quarto d’ora la prima volta.
Il tempo di permanenza in ascolto e l’interruzione sono importanti. Il tempo di permanenza in ascolto,secondo alcuni, cambiano da persona a persona e dovrebbero essere uguali ad tempo per una funzione base della vita: quanto impieghi a completare un pranzo regolare? Ci sono i tipi fast e gli slow.
Ripeti la pratica almeno per dieci giorni e registra con cura le differenze tra un giorno e l’altro ed i primi 2-5 giorni succede poco, poi improvvisamente, quando non ti aspetti nulla, succede qualcosa di nuovo.
La mia idea è che bisogna cambiare qualcosa che ti richiede fatica per un riadattamento, in pratica bisogna fare un reset.
OM
Leggi i Sutra di Patangiali Edizione tradotta da Taimni o Iyengar.
Nella Natura, nello Yoga, nella Scienza i percorsi si intrecciano e producono l'evoluzione.
Il cambiamento è vita. Meglio collaborare che confliggere.
OM