fabio ha scritto:eracle ha scritto:sarà proprio vero che tutte queste elucubrazioni sono solo d'ostacolo anche se magari mi è difficile evitarle del tutto ma ci provo

In generale credo sia importante farsi domande, studiare ed approfondire.
Un mio amico una volta disse
"prima di pensare all'ignoranza metafisica, meglio pensare all'ignoranza ordinaria". Qualcosa del genere.
Saresti inumano a non farti domande. Ma è anche giusto comprendere quando è il momento di "mollare la presa". Altrimenti si rimane imprigionati nel magico mondo delle pippe

mentali
Un abbraccio
Conosco bene il tuo amico.
Il problema, direbbe lui, è che vogliamo dare nomi e forma a ciò che è informale e perciò senza nome.
In questi ultimi anni sono cresciuti come funghi corsi di meditazione e nuove antiche tecniche di meditazione e nuovi antichi insegnanti di meditazione.
Il tuo amico, che ricordo essere presuntuoso e arrogante, direbbe "ma signori miei, siete davvero sicuri di essere qualificati per scrivere di meditazione, parlare di meditazione, insegnare meditazione?"
Le indicazioni che si danno in riguardo, a quanto sento e leggo, sono assai banali e si basano, soprattutto sui vari metodi di rilassamento psicosomatico nati negli ultimi decenni.
Si scambia il relax per lo stato meditativo, e si usano le tecniche di Nidra Yoga (ricordiamoci sempre che Patanjali indicava Nidra come una delle cinque principali Vritti da sospendere per accedere al vero stato della mente), nate per mettere il praticante a suo agio prima e/o dopo la pratica di hathayoga come fossero la via per la meditazione.
la meditazione è un territorio che cala sul praticante, e in questo territorio, se di meditazione si tratta, si deve esperire il samadhi savikalpa (un tanto al chilo) e rarissimissimamente il samadhi nirvikalpa.
I blocchi meditativi, in assenza di insegnanti qualificati, sono la cosa più naturale che ci si possa aspettare.
la pratica della meditazione , con seme e senza seme, è descritta in decine e decine di testi tradizionali, ma come dicevamo un tempo "l'insegnamento è come l'acqua, la vacca la muta in latte e il serpente in veleno".
L'insegnamento autentico non è fatto di parole,ma di un preciso, ancorché inesprimibile, sentire.
Un passaggio da cuore a cuore, da sguardo a sguardo, "Come quando Buddha Shakyamuni solleva il fiore rosso e Kashayapa sorride enigmaticamente".
In teoria chi non ha esperito il samadhi non dovrebbe neppure pensare di poter insegnare meditazione o di scrivere libri sulla meditazione, ma tant'è.
L'easy Illumination che tanto di moda adesso, rende queste mie parole scioccamente arroganti, quasi come quelle del tuo amico.
ma un tempo, quando era la norma parlare di lignaggi e qualificazione, sembravano normali... addirittura sagge.
In una società in cui per diventare medico si studia un minimo di 18 anni,più le specializzazioni, si crede che per insegnare yoga o meditazione siano sufficienti alcune buone letture e un paio di anni di studi.
Scusa...
Che dire ad Eracle?
I blocchi si sciolgono in varie maniere.
la più semplice è il mantra.
Scegliti un mantra "di compagnia", come OM SAI RAM, o OM MUNI MUNI MAHA MUNI SHAKYAMUNYE SVAHA.
Attivalo mentalmente e ripetilo durante tutta la giornata.
Quando ti renderai conto di poter svolgere tutte le tue quotidiane mansioni continuando a cantare il mantra nella mente, i blocchi saranno scomparsi.
Un sorriso,
P.