Messaggioda padmasana2000 » 12 luglio 2018, 13:05
scoprire lo yoga negli anni 60, ai tempi della terza elementare, forse mi ha reso le cose un po' più complicate, data la pressochè totale mancanza di informazione sull'argomento (parliamo del 1968, epoca in cui i media erano due canali televisivi e tre canali radio pubblici..). La scoperta è avvenuta casualmente a scuola, durante l'ora di ginnastica, quando un amico, per fare vedere quanto era agile, si è seduto ed ha incrociato le gambe in padmasana, sfidando gli altri a riuscirci e deridendo chi non ne era capace, cosa tipica dei bambini. con qualche sforzo riuscivo a far parte dei pochi abbastanza flessibili..
La cosa rimase poi nel dimenticatoio fino alle vacanze estive.
All'epoca trascorrevamo le vacanze in una località di montagna dove praticamente l'unico svago possibile erano le esursioni (oggi trekking..) e, da giovane amante della montagna, tutti i giorni giravo per i monti circostanti. per un motivo o per l'altro, un giorno mi tornò casualmente in mente quella strana cosa chiamata yoga e decisi che poteva essere divertente provare ancora. trovato un punto riparato, iniziai con padmasana, poi qualche altro asana che avevo visto fare, ma poi tornai in padmasana rimanendo così a lungo, contemplando il paesaggio ed infine chiudendo gli occhi, pervaso da un insolito senso di beatitudine.
Tornato nel "mondo reale" decisi di dedicare un pò di tempo tutti i giorni allo yoga, perchè mi sembrava di essere appena entrato in un territorio inesplorato, invitante e promettente di cui non intravedevo neppur lontanamente i vastissimi confini.
Iniziai quindi il mio ora cinquantennale percorso, armato allora solo della conoscenza di quattro o cinque asana, un'infinita curiosità e tanta voglia di sperimentare.
Il giorno seguente trovai un luogo sufficientemente appartato, ricordo in riva ad un ruscello, e costruii una piccola capanna di frasche dove poter "fare yoga" in pace.
Dopo alcuni giorni di pratica, mantenevo padmasana per ore con la massima naturalezza, tutti i giorni nel mio "rifugio" in riva al ruscello. mi sentivo quasi in paradiso.
Come purtroppo sempre avviene, le vacanze estive finirono e tornammo in città. Vivendo in un appartamento, non avevo più la libertà di praticare all'aperto per ore, ma dovevo limitarmi ad un'ora al massimo prima di dormire.
Per alcuni mesi mi diedi quindi allo yoga "indoor" in attesa dell'estate seguente. Non era la stessa cosa, ma non era possibile altrimenti.
durante l'autunno tornammo un fine settimana nella stessa località e, ovviamente, tornai alla mia capanna, trovandola ancora in piedi, anche se un pò malandata. Faceva un po' freddo, ma comunque la voglia di yoga "fatto bene", cioè all'aperto come mi piaceva, era tale che iniziai lo stesso. fu un'esperienza nuova. La luce era soffusa, la prima nebbia rendeva il paesaggio qualcosa di distante ed appena accennato, la sensazione nuova dell'erba bagnata su cui sedevo, l'aria fredda sulla pelle.. anche se detto così potrebbero sembrare sensazioni sgradevoli, in realtà mi ci trovavo benissimo, come se veramente io facessi parte dello scenario circostante, come un albero, un cespuglio, un sasso...
Non senza un brivido mi andai a sedere in padmasana nel vicino ruscello. Lo so, è una cosa stupida e non ricordo perchè decisi di farlo, se non per un impulso imprevedibile, ma è stata una delle sensazioni più indimenticabili. era come essere sospeso, il respiro frequente e profondo (oggi direi bhastika), più tardi trattenuto e "compresso" contraendo istintivamente tutti i muscoli che riuscivo (oggi lo chiamerei maha bandha) ed infine un momento di estasi pura, una vera fontana di gioia. non capii bene cosa era successo, ma era stato meraviglioso.
Pagai tutto questo con uno dei peggiori raffreddori della mia vita, forse perchè non mi ero potuto asciugare prima di vestirmi, ma lo avrei sicuramente rifatto.
Dopo quell'esperienza, freddo a parte, cercai di trovare la causa di quello stato di beatitudine improvvisa ripetendo le azioni che avevo inconsciamente compiuto quel giorno, scoprendo ciò che anni dopo avrei saputo chiamarsi mulabandha, jalandara bandha, maha bandha, maha vedha maha mudra ecc.
Non sono a tutt'oggi sicuro che quel momento di estasi esplosiva fosse in qualche modo correlato a kundalini. probabilmente si tratta solo di una reazione puramente fisiologica che anche oggi si verifica quando eccedo con mudra e bandha.
da allora sono passati tanti anni, con gli impegni tipici di ogni età, lavoro, famiglia, traversie e gioie della vita, ma la mia costante è sempre stata lo yoga, che mi ha accompagnato finora.
Scusatemi per la lunga autobiografia di un non-yogi, o di uno yogi per caso. la netiquette richiede una presentazione che mi accorgo di non aver ancora fatto, pur essendo frequentatore di questo forum da alcuni anni.
Un caro saluto,
Luca
Привет!!