Forse, grazie a voi (ma grazie soprattutto ad Ivanos con cui mi sono scambiata qualche mp e grazie ad un utente di un altro forum con cui ho parlato a lungo su msn) inizio a capire.
Non mi sono mai sentita libera ma non riuscivo a capirne il motivo perchè in fondo i miei genitori mi hanno sempre dato tutto quello che chiedevo e mio marito mi lasciava molte libertà che altri mariti non danno alle proprie mogli. Ma nonostante tutto ciò non mi sentivo libera, sentivo che mancava qualcosa: ora ho capito. Io voglio sentirmi libera dalle mie paure, dalle mie insicurezze, dai miei mille pensieri che mi conducevano alla paranoia. Loro non me lo permettevano avendo la pretesa di conoscermi e dicendomi sempre quello che era giusto o sbagliato per me.
Già aver capito ciò mi rende più libera perchè ho messo un po' di pace tra me e i miei mille pensieri astrusi che mi stavano confondendo e consumando.
Io so che ho tanta vita dentro, tanto amore da dare ma la pretesa degli altri (genitori e marito) di conoscermi, di sapere come sono fatta, di consigliarmi per il "mio bene", di dirmi quindi anche cosa dovevo fare era come una corda che mi legava e mi soffocava.
Io so che valgo qualcosa, che sono capace di camminare con i miei piedi, che non sono solo una pasticciona come mi hanno sempre fatto credere. Sapendo ciò, e spero che duri, mi sento LIBERA. Avrei voglia di andare giù per strada ed abbracciare la gente, farci l'amore per condividere questo mio momento con tutti. So che non posso farlo, mi prenderebbero per pazza
Però le mie sensazione in questo momento sono queste e volevo condividerle con voi e per ora mi limito ad abbracciare voi virtualmente.
Però (nella mia vita c'è sempre un "però") mi è venuto un dubbio. Quando ci si rende conto che è arrivata l'ora del raccolto? Perchè non vorrei che presa dall'entusiasmo prendo decisioni di cui mi pentirò in futuro. Nel senso che decido di separarmi da mio marito perchè so che queste cose lui non le capirebbe mai e mi direbbe che non tutta l'erba è nata per essere fumata
Gliene ho fatto un breve accenno al telefono stamattina dicendogli che non mi posso e non mi voglio sentire in colpa per delle emozioni che ho provato e che non sono riuscita a controllare. Ma lui non capisce perchè dice che lui mi aveva avvertito, che lui mi conosce e lo sapeva che non sarei stata in grado di gestire una situazione così grande e mi da la colpa di non averlo ascoltato, di non essermi fatta aiutare da persone competenti e di non aver fatto un minimo accenno a voler rimettere in carreggiata la nostra relazione. Non ha tutti i torti e forse ho scelto anche il periodo peggiore perchè lui ha problemi sul lavoro e gli è morto il padre poco tempo fa. Ma mi devo sentire in colpa per questo? Per non essere stata abbastanza forte per entrambi?
Scusate lo sfogo, magari vi annoio soltanto però volevo rendervi partecipi visto che le vostre parole mi hanno aiutato molto. Secondo voi, come chiesto prima, come si fa a capire quando è tempo di raccolta?